Il biofeedback
Iniziamo col chiederci cosa sia il biofeedback, o meglio la retroazione biologica.
La spiegazione che ne dà Wikipedia è questa:
Il biofeedback (retroazione biologica), chiamato anche biofeedback training, è un
metodo terapeutico che riguarda la psicoterapia, è basato sulla teoria comportamentista
ed aiuta il paziente a prendere controllo del suo comportamento.
L'organismo umano interagisce continuamente con l'ambiente esterno attraverso
l'elaborazione di un comportamento adattativo, questo è il risultato di processi ciclici
che si possono equiparare a sistemi di controllo interagenti e legati tra di loro. I
comportamenti adattativi sono dei meccanismi di autoregolazione che avvengono
spesso automaticamente e non interagiscono con il campo di coscienza della persona.
Alcuni di questi meccanismi sono regolati dai sistemi neurovegetativo, endocrino ed
immunitario. A volte l'indipendenza di questi processi dalla coscienza può mancare:
ad esempio, dopo una corsa si può percepire il cuore battere più forte, oppure se un
organo ha un problema si può percepire dolore. Quando la persona percepisce questi
segnali può agire per modificarli, formando un sistema elementare di biofeedback. Il
biofeedback è l'applicazione di queste osservazioni con le tecnologie opportune.
Questo metodo terapeutico coinvolge nel suo funzionamento tre discipline diverse:
psicologia, fisiologia ed elettronica. Con il biofeedback, una certa funzione corporea
come la tensione muscolare o la temperatura cutanea viene monitorata con l'uso di
elettrodi o di trasduttori applicati sulla pelle del paziente. I segnali captati vengono
amplificati ed usati per gestire segnali acustici o visivi. Il paziente può così adottare
strategie di controllo per imparare a controllare volontariamente la funzione
monitorata.
La definizione fornita mi sembra sufficientemente chiara e probabilmente molti di
voi avranno già intuito le possibili applicazioni del biofeedback nel betting. Tutti
noi sappiamo come, ad esempio, le pulsazioni cardiache accelerino in particolari
momenti: quando ad esempio apriamo una posizione, quando il mercato raggiunge
punti critici, quando siamo in profitto, quando siamo in perdita. Abbiamo tutti
provato la sensazione del cuore in gola, così viva in particolari momenti.
Personalmente ho sempre cercato di dominare questa tendenza, spesso
difficilmente controllabile, cercando di mantenere la calma anche nei momenti
critici, poiché fin dall'inizio sono stato pienamente consapevole del fatto che lo
stato di agitazione non aiuti il giudizio e la conseguente perdita di obiettività possa
essere molto rischiosa.
Tornando al biofeedback, è chiaro come i miei tentativi di dominare in
maniera artigianale le reazioni del mio corpo, come l'aumento del pulsazioni
cardiache, il cambiare posizione sulla sedia inavvertitamente quando il mercato
agisce in modo per me scarsamente comprensibile e così via, non facessero i conti
col fatto che spesso il nostro organismo emetta una serie di veri segnali d'allarme,
molto prima che la nostra coscienza riesca a registrarli. In estrema sintesi, può
accadere che il nostro corpo invii dei segnali, che noi tardiamo a percepire
consciamente, quando, ad esempio, una situazione di trading non è più coerente
con la nostra strategia. Insomma, anche se può sembrare incredibile, molto spesso
il nostro corpo può, ad esempio, avvisarci di un'imminente perdita molto prima che
noi ce ne rendiamo conto e a volte anche molto prima che la stessa perdita si
materializzi. Quante volte ci è capitato di assistere letteralmente al nostro corpo
che reagisce ad uno stimolo esterno, molto prima che noi coscientemente ci
fossimo resi conto dello stesso, alla base di questo c'è la teoria del biofeedback,
secondo la quale il nostro corpo invia dei segnali molto chiari su determinati stati,
molto prima che gli stessi siano recepiti dalla nostra mente.
In sintesi, durante le nostre sessioni di betting, le frequenze cardiache, come
saprete certamente, tendono a variare moltissimo: è possibile quindi utilizzare le
stesse come una specie di monitor ed eventuale allarme su situazioni pericolose,
che portano alla regressione cognitiva. È proprio da questo assunto che si può
arrivare ad un utilizzo degli strumenti del biofeedback, al fine di migliorare la
performance del nostro trading. Questa la strada su cui mi sono trovato nel
momento in cui ho realizzato quanto fosse sensato questo tipo di approccio alla
luce della mia esperienza sui mercati. Per quanto mi riguarda il miglioramento che
ne è derivato è stato ed è di fondamentale importanza proprio nel settore del
controllo delle emozioni che ritengo essere un elemento essenziale del bagaglio di
ogni trader. Cercherò quindi di proporvi un utilizzo del biofeedback, che poi è lo
stesso da me implementato, estremamente semplice e immediato, quasi banale, che
spero permetterà anche a voi di ottenere quegli stessi giovamenti che ha dato a me.
Si tratta innanzitutto di conoscere quali sono le proprie frequenze cardiache a
seconda delle diverse attività. È bene ricordare che le stesse dipendono dall'età,
oltre che da una serie di altri fattori come lo stato di forma fisica ecc. E' quindi
estremamente importante che ognuno di voi cerchi di tracciare, se già non lo
conosce, il proprio profilo a livello di frequenze cardiache e fatto questo si può
iniziare ad utilizzare il cardiofrequenzimetro nelle proprie sessioni di betting
operativo ma anche in quelle simulate
Anche a questo serve il simulatore, non solo a testare le strategie e le proprie
capacità e conoscenze ma anche a simulare le situazioni di stress. In pratica,
esattamente come fanno gli sportivi professionisti, ma anche i militari in
addestramento, si cerca di ripetere il più fedelmente possibile quelle situazioni di
stress che, ad esempio, si possono ritrovare in battaglia. Ciò al fine di portare le
reclute a comportarsi, nel momento di stress, in maniera quasi automatica, poiché
hanno ripetuto tante volte durante l'addestramento una simulazione di tali
situazioni, evitando quei fenomeni di regressione cognitiva che li porterebbero a
comportarsi come l'ultima delle reclute, mettendo a rischio la propria vita e quella
degli altri.
L'utilizzo che faccio del cardiofrequenzimetro, che impiego anche nelle
sessioni simulate, è esattamente finalizzato a cercare uno strumento oggettivo che
mi avvisi in quei momenti in cui sono a rischio di sperimentare fenomeni di
regressione cognitiva. Nel mio caso, mi sono reso conto che, durante le sessioni di
trading reale (con il trading simulato accade la stessa cosa, anche se ovviamente su
frequenze cardiache inferiori) ogniqualvolta la mia frequenza cardiaca superi i 100
battiti al minuto, io sia a rischio di regressione cognitiva. Ho così messo un allarme
sonoro che suona quando la mia frequenza cardiaca supera tale limite. In questo
modo, dispongo di uno strumento semplicissimo e nel contempo preziosissimo che
mi allerta quando rischio di comportarmi da perfetto principiante, poiché sappiamo
bene come, una volta che la posizione sia stata aperta, ci sembri quasi di non
ragionare più, anche se, in realtà, siamo semplicemente vittime di questo
fenomeno, che tuttavia può essere in qualche modo controllabile. La potenza del
biofeedback sta proprio nel fatto che strumenti come il cardiofrequenzimetro
permettono di ricevere un avviso di pericolo in modo tempestivo. L'avviso è poi
quello che ci invia il nostro corpo e che la mente tarderebbe a registrare a livello
inconscio, mentre, grazie al cardiofrequenzimetro questo processo viene
accelerato. Insomma, non appena sento suonare il cardiofrequenzimetro so che sto
iniziando a comportarmi da neofita, quindi devo in qualche modo fermarmi un
attimo, fare un passo indietro, ad esempio allargando il timeframe, e nel contempo
cercare di concentrarmi per riportare le pulsazioni al di sotto del livello di guardia
e riguadagnare la capacità di analisi adeguata alle mie conoscenze e alla mia
esperienza sui mercati. Tutto questo, con un po' di allenamento, avviene in pochi
secondi: giusto il tempo per riguadagnare quella compostezza soprattutto mentale
che mi allontani dai rischi di regressione cognitiva la quale mi porterebbe
inevitabilmente a commettere errori spesso molto costosi.Spero che qualcuno di
voi si interessi a questo aspetto del trading operativo e provi a incorporare nella
propria strategia anche questo importante elemento che regala ovvi benefici anche
a livello di salute, poiché si evita di stressare troppo il proprio cuore, abituandosi a
controllare la propria frequenza cardiaca, un elemento molto importante in
professioni come il trader intraday, dove oggettivamente esistono forti
controindicazioni anche a livello di stress cardiaco.
L'importanza della conoscenza di se stessi
La conoscenza di se stessi, dei propri punti di forza e di debolezza è uno degli
imperativi del betting: è una conoscenza basilare da abbinare a quella tecnica dei
mercati ugualmente importante e da non considerare, come spesso avviene
erroneamente come secondaria. Durante il percorso di apprendimento delle
tecniche e dei metodi di trading si deve portare avanti di pari passo un percorso di
analisi e conoscenza di se stessi e in questo risultano avvantaggiati coloro che
hanno praticato discipline meditative, le arti marziali, uno sport a livello agonistico
o , ad esempio il gioco degli scacchi.
Con un po’ di esercizio e di riflessione ognuno di noi può giungere alla
consapevolezza delle proprie debolezze, di ciò che le motiva e di come arginarle,
tenendo presente che nel trading qualsiasi debolezza sfocia sempre e soltanto in
una perdita : saper arginare le perdite tramite accorgimenti che limitino i nostri
comportamenti dannosi rappresenta in assoluto il metodo migliore a cui deve
portarci la riflessione su noi stessi. Il betting "professionale" richiede una
assoluta capacità di giudizio ed analisi interiore associata ad una assoluta disciplina
Come fare trading di noi stessi
Ogni sessione di betting è basata sull’analisi e osservazione dei mercati cui deve
necessariamente abbinarsi l’analisi e l’osservazione di noi stessi . Molto spesso
sentiamo fare grandi discorsi sulla disciplina come elemento essenziale per un
corretto approccio al betting, anche se frequentemente ci si rende conto di come
sia impossibile rispettare anche le regole più semplici . Si ritiene più utile rispetto
al perseguimento di una difficilmente ottenibile disciplina, la già citata
conoscenza di se stessi cui si abbina il monitoraggio attento dei propri
comportamenti durante le sessioni. Diventa quindi cruciale conoscere e in questo senso
"tradare" le proprie reazioni e stati emotivi rispetto a quello che
vediamo accadere sui mercati.
Se impariamo a riconoscere gli stati d’animo che precedono "una malaugurata entrata" possiamo
arrivare ad evitarla proprio grazie alla capacità di riconoscere per tempo quella situazione
emotiva.
La stessa cosa può avvenire dopo un guadagno o una perdita che possono indurre in noi stati
emotivi poco adatti a proseguire l’attività di betting senza aver prima eliminato gli stessi,
magari con una pausa opportuna . Riteniamo utile all’atto pratico tener presente alcuni principi
di pratica utilità:
- Le nostre debolezze e le nostre convinzioni sono spesso così radicate in noi
che modificarle risulta uno sforzo spesso arduo se non vano. Si ritiene più
utile comprenderle e cercare di adattare il proprio metodo e strategia di
operative alle stesse
- Sovente siamo portati a concentrare la nostra attenzione sugli errori
commessi, evidenziati ad esempio attraverso il diario per poi poterli
eventualmente correggere. Se questa è certamente una pratica utile, si
ritiene ancor più proficuo concentrare la propria attenzione su ciò che si
esegue correttamente.
Un buon trader è colui che riesce a replicare il se stesso dei momenti migliori il maggior
numero di volte.
Alcuni semplici metodi ed espedienti possono permetterci di arginare
efficacemente le nostre debolezze o quei momenti, che colgono chiunque, di
perdita del controllo:
Il biofeedback , è un metodo efficace al fine di rendere percepibili alcuni
nostri stati emozionali e per prevenirne gli effetti
Mantenere un conto di gioco separato da tutti gli altri nel quale
verseremo solo il capitale strettamente necessario per operare, comprensivo
dei margini di garanzia e dei livelli di perdita massima programmata per
periodo. In questa maniera l’eventuale tentazione di ripianare le perdite
eccedenti quelle programmata per il periodo sarà tenuta a bada dai
necessari tempi tecnici di alimentazione del conto trading che ci
permetteranno di riprendere il controllo su noi stessi
Sul conto di gioco (operativo) manteniamo lo stretto necessario per l’attività
programmata, in caso di perdite eccedenti quanto stabilito il conto si blocca
in automatico arginando una eventuale perdita di controllo. Ne consegue
che essendo presente sul conto gioco solo e sempre lo stretto necessario
per l’attività programmata, in caso di perdite eccedenti i limiti di periodo ci
sarà automaticamente inibita la possibilità di operare.
Il problema della dipendenza nel trading/betting
Una cosa fondamentale da tener presente nel percorso verso il betting
professionale è il problema della dipendenza, del quale purtroppo si parla molto
poco. Similmente a quanto avviene in altri ambiti, ad esempio, alcool, fumo
e così via, nel betting entrano in gioco meccanismi di dipendenza che possono
arrivare a rendere schiavo l’aspirante better, con conseguenze devastanti, sia a
livello personale sia a livello economico finanziario. Deve essere chiaro quindi
come sia assolutamente necessario affrontare questo problema ad un certo punto
del proprio percorso. Non è certo questa la sede per descrivere le modalità con cui
si può affrontare e risolvere questo problema, per le quali si rimanda a lavori di
studiosi e psicologi specializzati.
In generale, basti sapere che le metodologie di cura sono le stesse usate per affrontare
gli altri tipi di dipendenze. Ad esempio si possono prendere i questionari di autodiagnosi proposti
dall’associazione degli alcolisti anonimi sostituendo alla parola alcool la parola
betting (o gioco convulsivo). In ogni caso, si ritiene essenziale, per qualsiasi
better professionista avere la consapevolezza della necessità di affrontare e risolvere
il problema della dipendenza ad un certo punto del proprio percorso.
Conclusione:
“ dobbiamo diventare dei perfetti esecutori dei momenti migliori di noi stessi “
Iniziamo col chiederci cosa sia il biofeedback, o meglio la retroazione biologica.
La spiegazione che ne dà Wikipedia è questa:
Il biofeedback (retroazione biologica), chiamato anche biofeedback training, è un
metodo terapeutico che riguarda la psicoterapia, è basato sulla teoria comportamentista
ed aiuta il paziente a prendere controllo del suo comportamento.
L'organismo umano interagisce continuamente con l'ambiente esterno attraverso
l'elaborazione di un comportamento adattativo, questo è il risultato di processi ciclici
che si possono equiparare a sistemi di controllo interagenti e legati tra di loro. I
comportamenti adattativi sono dei meccanismi di autoregolazione che avvengono
spesso automaticamente e non interagiscono con il campo di coscienza della persona.
Alcuni di questi meccanismi sono regolati dai sistemi neurovegetativo, endocrino ed
immunitario. A volte l'indipendenza di questi processi dalla coscienza può mancare:
ad esempio, dopo una corsa si può percepire il cuore battere più forte, oppure se un
organo ha un problema si può percepire dolore. Quando la persona percepisce questi
segnali può agire per modificarli, formando un sistema elementare di biofeedback. Il
biofeedback è l'applicazione di queste osservazioni con le tecnologie opportune.
Questo metodo terapeutico coinvolge nel suo funzionamento tre discipline diverse:
psicologia, fisiologia ed elettronica. Con il biofeedback, una certa funzione corporea
come la tensione muscolare o la temperatura cutanea viene monitorata con l'uso di
elettrodi o di trasduttori applicati sulla pelle del paziente. I segnali captati vengono
amplificati ed usati per gestire segnali acustici o visivi. Il paziente può così adottare
strategie di controllo per imparare a controllare volontariamente la funzione
monitorata.
La definizione fornita mi sembra sufficientemente chiara e probabilmente molti di
voi avranno già intuito le possibili applicazioni del biofeedback nel betting. Tutti
noi sappiamo come, ad esempio, le pulsazioni cardiache accelerino in particolari
momenti: quando ad esempio apriamo una posizione, quando il mercato raggiunge
punti critici, quando siamo in profitto, quando siamo in perdita. Abbiamo tutti
provato la sensazione del cuore in gola, così viva in particolari momenti.
Personalmente ho sempre cercato di dominare questa tendenza, spesso
difficilmente controllabile, cercando di mantenere la calma anche nei momenti
critici, poiché fin dall'inizio sono stato pienamente consapevole del fatto che lo
stato di agitazione non aiuti il giudizio e la conseguente perdita di obiettività possa
essere molto rischiosa.
Tornando al biofeedback, è chiaro come i miei tentativi di dominare in
maniera artigianale le reazioni del mio corpo, come l'aumento del pulsazioni
cardiache, il cambiare posizione sulla sedia inavvertitamente quando il mercato
agisce in modo per me scarsamente comprensibile e così via, non facessero i conti
col fatto che spesso il nostro organismo emetta una serie di veri segnali d'allarme,
molto prima che la nostra coscienza riesca a registrarli. In estrema sintesi, può
accadere che il nostro corpo invii dei segnali, che noi tardiamo a percepire
consciamente, quando, ad esempio, una situazione di trading non è più coerente
con la nostra strategia. Insomma, anche se può sembrare incredibile, molto spesso
il nostro corpo può, ad esempio, avvisarci di un'imminente perdita molto prima che
noi ce ne rendiamo conto e a volte anche molto prima che la stessa perdita si
materializzi. Quante volte ci è capitato di assistere letteralmente al nostro corpo
che reagisce ad uno stimolo esterno, molto prima che noi coscientemente ci
fossimo resi conto dello stesso, alla base di questo c'è la teoria del biofeedback,
secondo la quale il nostro corpo invia dei segnali molto chiari su determinati stati,
molto prima che gli stessi siano recepiti dalla nostra mente.
In sintesi, durante le nostre sessioni di betting, le frequenze cardiache, come
saprete certamente, tendono a variare moltissimo: è possibile quindi utilizzare le
stesse come una specie di monitor ed eventuale allarme su situazioni pericolose,
che portano alla regressione cognitiva. È proprio da questo assunto che si può
arrivare ad un utilizzo degli strumenti del biofeedback, al fine di migliorare la
performance del nostro trading. Questa la strada su cui mi sono trovato nel
momento in cui ho realizzato quanto fosse sensato questo tipo di approccio alla
luce della mia esperienza sui mercati. Per quanto mi riguarda il miglioramento che
ne è derivato è stato ed è di fondamentale importanza proprio nel settore del
controllo delle emozioni che ritengo essere un elemento essenziale del bagaglio di
ogni trader. Cercherò quindi di proporvi un utilizzo del biofeedback, che poi è lo
stesso da me implementato, estremamente semplice e immediato, quasi banale, che
spero permetterà anche a voi di ottenere quegli stessi giovamenti che ha dato a me.
Si tratta innanzitutto di conoscere quali sono le proprie frequenze cardiache a
seconda delle diverse attività. È bene ricordare che le stesse dipendono dall'età,
oltre che da una serie di altri fattori come lo stato di forma fisica ecc. E' quindi
estremamente importante che ognuno di voi cerchi di tracciare, se già non lo
conosce, il proprio profilo a livello di frequenze cardiache e fatto questo si può
iniziare ad utilizzare il cardiofrequenzimetro nelle proprie sessioni di betting
operativo ma anche in quelle simulate
Anche a questo serve il simulatore, non solo a testare le strategie e le proprie
capacità e conoscenze ma anche a simulare le situazioni di stress. In pratica,
esattamente come fanno gli sportivi professionisti, ma anche i militari in
addestramento, si cerca di ripetere il più fedelmente possibile quelle situazioni di
stress che, ad esempio, si possono ritrovare in battaglia. Ciò al fine di portare le
reclute a comportarsi, nel momento di stress, in maniera quasi automatica, poiché
hanno ripetuto tante volte durante l'addestramento una simulazione di tali
situazioni, evitando quei fenomeni di regressione cognitiva che li porterebbero a
comportarsi come l'ultima delle reclute, mettendo a rischio la propria vita e quella
degli altri.
L'utilizzo che faccio del cardiofrequenzimetro, che impiego anche nelle
sessioni simulate, è esattamente finalizzato a cercare uno strumento oggettivo che
mi avvisi in quei momenti in cui sono a rischio di sperimentare fenomeni di
regressione cognitiva. Nel mio caso, mi sono reso conto che, durante le sessioni di
trading reale (con il trading simulato accade la stessa cosa, anche se ovviamente su
frequenze cardiache inferiori) ogniqualvolta la mia frequenza cardiaca superi i 100
battiti al minuto, io sia a rischio di regressione cognitiva. Ho così messo un allarme
sonoro che suona quando la mia frequenza cardiaca supera tale limite. In questo
modo, dispongo di uno strumento semplicissimo e nel contempo preziosissimo che
mi allerta quando rischio di comportarmi da perfetto principiante, poiché sappiamo
bene come, una volta che la posizione sia stata aperta, ci sembri quasi di non
ragionare più, anche se, in realtà, siamo semplicemente vittime di questo
fenomeno, che tuttavia può essere in qualche modo controllabile. La potenza del
biofeedback sta proprio nel fatto che strumenti come il cardiofrequenzimetro
permettono di ricevere un avviso di pericolo in modo tempestivo. L'avviso è poi
quello che ci invia il nostro corpo e che la mente tarderebbe a registrare a livello
inconscio, mentre, grazie al cardiofrequenzimetro questo processo viene
accelerato. Insomma, non appena sento suonare il cardiofrequenzimetro so che sto
iniziando a comportarmi da neofita, quindi devo in qualche modo fermarmi un
attimo, fare un passo indietro, ad esempio allargando il timeframe, e nel contempo
cercare di concentrarmi per riportare le pulsazioni al di sotto del livello di guardia
e riguadagnare la capacità di analisi adeguata alle mie conoscenze e alla mia
esperienza sui mercati. Tutto questo, con un po' di allenamento, avviene in pochi
secondi: giusto il tempo per riguadagnare quella compostezza soprattutto mentale
che mi allontani dai rischi di regressione cognitiva la quale mi porterebbe
inevitabilmente a commettere errori spesso molto costosi.Spero che qualcuno di
voi si interessi a questo aspetto del trading operativo e provi a incorporare nella
propria strategia anche questo importante elemento che regala ovvi benefici anche
a livello di salute, poiché si evita di stressare troppo il proprio cuore, abituandosi a
controllare la propria frequenza cardiaca, un elemento molto importante in
professioni come il trader intraday, dove oggettivamente esistono forti
controindicazioni anche a livello di stress cardiaco.
L'importanza della conoscenza di se stessi
La conoscenza di se stessi, dei propri punti di forza e di debolezza è uno degli
imperativi del betting: è una conoscenza basilare da abbinare a quella tecnica dei
mercati ugualmente importante e da non considerare, come spesso avviene
erroneamente come secondaria. Durante il percorso di apprendimento delle
tecniche e dei metodi di trading si deve portare avanti di pari passo un percorso di
analisi e conoscenza di se stessi e in questo risultano avvantaggiati coloro che
hanno praticato discipline meditative, le arti marziali, uno sport a livello agonistico
o , ad esempio il gioco degli scacchi.
Con un po’ di esercizio e di riflessione ognuno di noi può giungere alla
consapevolezza delle proprie debolezze, di ciò che le motiva e di come arginarle,
tenendo presente che nel trading qualsiasi debolezza sfocia sempre e soltanto in
una perdita : saper arginare le perdite tramite accorgimenti che limitino i nostri
comportamenti dannosi rappresenta in assoluto il metodo migliore a cui deve
portarci la riflessione su noi stessi. Il betting "professionale" richiede una
assoluta capacità di giudizio ed analisi interiore associata ad una assoluta disciplina
Come fare trading di noi stessi
Ogni sessione di betting è basata sull’analisi e osservazione dei mercati cui deve
necessariamente abbinarsi l’analisi e l’osservazione di noi stessi . Molto spesso
sentiamo fare grandi discorsi sulla disciplina come elemento essenziale per un
corretto approccio al betting, anche se frequentemente ci si rende conto di come
sia impossibile rispettare anche le regole più semplici . Si ritiene più utile rispetto
al perseguimento di una difficilmente ottenibile disciplina, la già citata
conoscenza di se stessi cui si abbina il monitoraggio attento dei propri
comportamenti durante le sessioni. Diventa quindi cruciale conoscere e in questo senso
"tradare" le proprie reazioni e stati emotivi rispetto a quello che
vediamo accadere sui mercati.
Se impariamo a riconoscere gli stati d’animo che precedono "una malaugurata entrata" possiamo
arrivare ad evitarla proprio grazie alla capacità di riconoscere per tempo quella situazione
emotiva.
La stessa cosa può avvenire dopo un guadagno o una perdita che possono indurre in noi stati
emotivi poco adatti a proseguire l’attività di betting senza aver prima eliminato gli stessi,
magari con una pausa opportuna . Riteniamo utile all’atto pratico tener presente alcuni principi
di pratica utilità:
- Le nostre debolezze e le nostre convinzioni sono spesso così radicate in noi
che modificarle risulta uno sforzo spesso arduo se non vano. Si ritiene più
utile comprenderle e cercare di adattare il proprio metodo e strategia di
operative alle stesse
- Sovente siamo portati a concentrare la nostra attenzione sugli errori
commessi, evidenziati ad esempio attraverso il diario per poi poterli
eventualmente correggere. Se questa è certamente una pratica utile, si
ritiene ancor più proficuo concentrare la propria attenzione su ciò che si
esegue correttamente.
Un buon trader è colui che riesce a replicare il se stesso dei momenti migliori il maggior
numero di volte.
Alcuni semplici metodi ed espedienti possono permetterci di arginare
efficacemente le nostre debolezze o quei momenti, che colgono chiunque, di
perdita del controllo:
Il biofeedback , è un metodo efficace al fine di rendere percepibili alcuni
nostri stati emozionali e per prevenirne gli effetti
Mantenere un conto di gioco separato da tutti gli altri nel quale
verseremo solo il capitale strettamente necessario per operare, comprensivo
dei margini di garanzia e dei livelli di perdita massima programmata per
periodo. In questa maniera l’eventuale tentazione di ripianare le perdite
eccedenti quelle programmata per il periodo sarà tenuta a bada dai
necessari tempi tecnici di alimentazione del conto trading che ci
permetteranno di riprendere il controllo su noi stessi
Sul conto di gioco (operativo) manteniamo lo stretto necessario per l’attività
programmata, in caso di perdite eccedenti quanto stabilito il conto si blocca
in automatico arginando una eventuale perdita di controllo. Ne consegue
che essendo presente sul conto gioco solo e sempre lo stretto necessario
per l’attività programmata, in caso di perdite eccedenti i limiti di periodo ci
sarà automaticamente inibita la possibilità di operare.
Il problema della dipendenza nel trading/betting
Una cosa fondamentale da tener presente nel percorso verso il betting
professionale è il problema della dipendenza, del quale purtroppo si parla molto
poco. Similmente a quanto avviene in altri ambiti, ad esempio, alcool, fumo
e così via, nel betting entrano in gioco meccanismi di dipendenza che possono
arrivare a rendere schiavo l’aspirante better, con conseguenze devastanti, sia a
livello personale sia a livello economico finanziario. Deve essere chiaro quindi
come sia assolutamente necessario affrontare questo problema ad un certo punto
del proprio percorso. Non è certo questa la sede per descrivere le modalità con cui
si può affrontare e risolvere questo problema, per le quali si rimanda a lavori di
studiosi e psicologi specializzati.
In generale, basti sapere che le metodologie di cura sono le stesse usate per affrontare
gli altri tipi di dipendenze. Ad esempio si possono prendere i questionari di autodiagnosi proposti
dall’associazione degli alcolisti anonimi sostituendo alla parola alcool la parola
betting (o gioco convulsivo). In ogni caso, si ritiene essenziale, per qualsiasi
better professionista avere la consapevolezza della necessità di affrontare e risolvere
il problema della dipendenza ad un certo punto del proprio percorso.
Conclusione:
“ dobbiamo diventare dei perfetti esecutori dei momenti migliori di noi stessi “
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