Gli obiettivi da porsi e come raggiungerli
Sarebbe velleitario e anche finanziariamente pericoloso pensare di affrontare il difficile
mondo delle scommesse, dove le nostre controparti saranno sempre gli operatori "professionali",
in possesso dei migliori hardware, software e risorse umane (gli odiati quotisti!),
pensando di raggiungere in breve tempo risultati positivi e duraturi.
Nella ns esperienza, di better a tempo pieno, necessitiamo di almeno tre anni per raggiungere
il punto di equilibrio, cioè il pareggio tra guadagni e perdite e almeno cinque anni per diventare
un better profittevole e consistente in qualsiasi condizione di "mercato".
Il primo passo è l'individuazione della propria collocazione nell'arena del betting (varie sono
le "branchie" del betting ad esempio le surebets, il trading, lo scalping, le valuebets ecc)
sulla base delle proprie caratteristiche personali, in seguito vengono la determinazione del proprio
metodo, la scelta tra operatività discrezionale e/o betting sistematico, la determinazione dei
eventi su cui operare, la determinazione dei timeframe su cui operare, queste determinazioni
verranno raggiunte tramite la ricerca attraverso la pratica, la simulazione, il trial & error
e la sperimentazione di diversi metodi di betting.
Una volta trovata la nostra strada verranno gli obiettivi successivi, del betting:
-la specializzazione
-la perfezione della tecnica
-il controllo e iconsolidamento delle prestazioni
-la profittabilità
-laconsistenza (la profittabilità che dura nel tempo).
La simulazione e l'allenamento
La simulazione e l'allenamento, sia fisico che mentale, sono gli elementi fondamentali di tutte
le attività basate sulle performance e a questa regola non sfugge neanche il betting.
Fin dalla nostra prima operazione le nostre controparti saranno i migliori esperti del mondo,
è necessario quindi porsi in tutta onestà le seguenti domande:
quando abbiamo fatto il nostro primo trade eravamo preparati?
quando abbiamo fatto il nostro primo trade sapevamo chi erano le nostre controparti?
potevamo pensare di riuscire contro di loro ?
le probabilità di successo sono in nostro o in loro favore?
Aver scoperto di essere sull'evento senza una preparazione adeguata non è un
dramma ma anzi rappresenta un momento formativo essenziale poiché il primo passo
verso la soluzione di un problema sta nella sua identificazione, soluzione che consiste
nella pratica costante e nell'allenamento, proprio come fanno i campioni dello sport e
questo è proprio ciò che separa i dilettanti dai professionisti.
Un simulatore permette di allenarsi esattamente come fanno i professionisti, può essere
utilizzato sia in live sia che a mercati chiusi, possiamo testare e ritestare le nostre
strategie, mentre il nostro capitale, elemento vitale, è sempre al riparo dagli errori.
Il simulatore è come il nostro campo pratica, dove ogni giorno ci alleniamo, provando
e riprovando le nostre strategie fino a raggiungere la preparazione necessaria per
affrontare il betting.
Sarebbe velleitario e anche finanziariamente pericoloso pensare di affrontare il difficile
mondo delle scommesse, dove le nostre controparti saranno sempre gli operatori "professionali",
in possesso dei migliori hardware, software e risorse umane (gli odiati quotisti!),
pensando di raggiungere in breve tempo risultati positivi e duraturi.
Nella ns esperienza, di better a tempo pieno, necessitiamo di almeno tre anni per raggiungere
il punto di equilibrio, cioè il pareggio tra guadagni e perdite e almeno cinque anni per diventare
un better profittevole e consistente in qualsiasi condizione di "mercato".
Il primo passo è l'individuazione della propria collocazione nell'arena del betting (varie sono
le "branchie" del betting ad esempio le surebets, il trading, lo scalping, le valuebets ecc)
sulla base delle proprie caratteristiche personali, in seguito vengono la determinazione del proprio
metodo, la scelta tra operatività discrezionale e/o betting sistematico, la determinazione dei
eventi su cui operare, la determinazione dei timeframe su cui operare, queste determinazioni
verranno raggiunte tramite la ricerca attraverso la pratica, la simulazione, il trial & error
e la sperimentazione di diversi metodi di betting.
Una volta trovata la nostra strada verranno gli obiettivi successivi, del betting:
-la specializzazione
-la perfezione della tecnica
-il controllo e iconsolidamento delle prestazioni
-la profittabilità
-laconsistenza (la profittabilità che dura nel tempo).
La simulazione e l'allenamento
La simulazione e l'allenamento, sia fisico che mentale, sono gli elementi fondamentali di tutte
le attività basate sulle performance e a questa regola non sfugge neanche il betting.
Fin dalla nostra prima operazione le nostre controparti saranno i migliori esperti del mondo,
è necessario quindi porsi in tutta onestà le seguenti domande:
quando abbiamo fatto il nostro primo trade eravamo preparati?
quando abbiamo fatto il nostro primo trade sapevamo chi erano le nostre controparti?
potevamo pensare di riuscire contro di loro ?
le probabilità di successo sono in nostro o in loro favore?
Aver scoperto di essere sull'evento senza una preparazione adeguata non è un
dramma ma anzi rappresenta un momento formativo essenziale poiché il primo passo
verso la soluzione di un problema sta nella sua identificazione, soluzione che consiste
nella pratica costante e nell'allenamento, proprio come fanno i campioni dello sport e
questo è proprio ciò che separa i dilettanti dai professionisti.
Un simulatore permette di allenarsi esattamente come fanno i professionisti, può essere
utilizzato sia in live sia che a mercati chiusi, possiamo testare e ritestare le nostre
strategie, mentre il nostro capitale, elemento vitale, è sempre al riparo dagli errori.
Il simulatore è come il nostro campo pratica, dove ogni giorno ci alleniamo, provando
e riprovando le nostre strategie fino a raggiungere la preparazione necessaria per
affrontare il betting.
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